Il saggio di cui parliamo oggi trasuda amore per i libri, tanto che tutti i ricordi, gli incontri e gli episodi più curiosi descritti dall’autore sono legati in qualche modo a dei titoli. Da questa passione scaturisce una sfolgorante apologia del libro di carta, in contrapposizione al dominio della comunicazione digitale, più fredda, narcisistica e impersonale. Viene rievocato un mondo in cui i libri, gli articoli dei giornali e la parola scritta erano veramente importanti per accrescere il proprio sapere, diffondere idee e ideologie.

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Ci avventuriamo quindi in un viaggio a ritroso nel tempo, fino a quando l’autore, ancora ragazzo, inizia a riempire una stanza di libri; passa il tempo, cambiano le idee, si ampliano gli interessi, vengono aggiunti tanti altri volumi e così la biblioteca di Mughini cresce smisuratamente. Pagine di libri, volantini, opuscoli e tanto altro materiale cartaceo costellano il racconto di uno spaccato di storia italiana, gli anni del terrorismo e delle brigate rosse, molto vivi nella memoria dell’autore.

Come ogni passione, anche quella bibliofila ha un risvolto doloroso che per Mughini coincide con la vendita, in un momento particolare della sua vita, della meravigliosa collezione di libri futuristi, formata negli anni; la narrazione degli aneddoti che hanno accompagnato il reperimento di tanti di quei libri rari, poi venduti, è veramente godibile.

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Collezionare, per l’autore, è sia conoscenza che feticismo, pertanto alcune opere sono state acquistate soprattutto per il piacere della lettura, altre per le illustrazioni, bizzarrie grafiche e copertine, dato che il libro è un oggetto da ammirare, annusare e toccare, che in effetti si può anche gustare con i sensi. ‘La carta che sa di vecchio” riesce ad ammaliare e sedurre Mughini tanto intensamente quanto forse solo il fascino femminile può fare; intuiamo così l’ossessione o meglio la ‘bibliofollia’ che anima l’autore. Veniamo poi condotti, seguendo scrupolose descrizioni, dinanzi a grandi collezioni e libri d’artista.

Nella parte finale è inserito un articolo che poco pare avere a che fare con il resto del libro, ma che testimonia un’altra passione giovanile, la ginnastica; il filo che lega il volume mi pare si trovi proprio nelle passioni che da sempre infiammano l’autore, cosicché sfogliare il testo è un po’ come entrare nelle stanze più intime del suo animo. 

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Il volume, oltre a non poter essere non amato da bibliofili, per le tante curiosità e notizie interessanti su libri e collezioni, è arricchito da racconti storici e personali che lasciano scorgere un universo intessuto di cultura, un’ardente brama di vita e di cose belle; i lettori si troveranno di fronte a un collezionista, lettore e scrittore che concede, con sincerità e uno stile inconfondibile, uno scorcio di se stesso e del mondo che lo ha avvinto.